Questa è un'infanzia dimenticata?
Più che puntare il dito contro responsabilità individuali o spalancare la bocca di fronte al caso del momento, ci sentiamo chiamati a riflettere su quali siano le priorità che la nostra società ci spinge ad assegnare ai diversi aspetti della nostra vita, ed in modo particolare all'infanzia.
A pochi giorni da una tragedia che ha sconvolto l’Italia, quella della bimba di 22 mesi morta a Teramo dopo essere stata dimenticata in macchina dal padre per alcune ore, un caso analogo ha coinvolto venerdì 27 maggio un bambino di 11 mesi nella provincia di Perugia. Il piccolo, lasciato per lungo tempo in macchina dai genitori, è morto durante il trasporto in ospedale. Due giorni prima, mercoledì 25 maggio, era accaduto anche ad un bimbo di soli 3 mesi, fortunatamente soccorso e salvato da alcuni passanti.
Questa incredibile serie di accadimenti non può che non indurre ad una forte riflessione collettiva: quale spazio occupa l’infanzia nelle nostre vite oggi?
Le nostre “necessità” quotidiane sono così forti e di così difficile risoluzione da indurci a marginalizzare a tal punto l’infanzia nella nostra società? O c’è dell’altro? Questi accadimenti possono rappresentare, piuttosto, il sintomo un problema ben più rilevante, ampio e radicato? Stiamo vivendo un così profondo equivoco sociale da trascurare ciò che è realmente importante per il progresso sociale e civile, cioè la cura delle generazioni future?
E' veramente necessario rilanciare un impegno globale, civile e sociale a favore dell'infanzia, per sensibilizzare le diverse fasce sociali ai problemi educativi che oggi, facendosi più forti che mai, esplodono in molte famiglie con accadimenti davvero complessi e difficili come quelli che la cronaca ci evidenzia in questi giorni.
In questo momento Fondazione Paoletti esprime la sua vicinanza ai genitori di questi bambini che stanno vivendo un'immane tragedia.